Negli ultimi mesi, sulla scia della drammatica crisi energetica che sta soffocando la ripresa globale post-Covid, si sono addensate delle nubi sul futuro della transizione energetica.
Partiamo dalla narrativa: secondo i suoi ideologi, la transizione ecologica dovrebbe andare ben oltre un semplice riequilibrio dei rapporti tra Uomo e Natura, prendendo la forma di una massiccia ridistribuzione di benessere tra il Nord e il Sud del mondo, tra i ricchi e i poveri.
In realtà, in nome dell’ambiente, stiamo progettando una redistribuzione universale della ricchezza profondamente iniqua.
Facciamo un esempio banale: le rendite da petrolio e gas.
Le economie avanzate hanno promesso anni fa 100 miliardi di dollari l’anno per sostenere la transizione ecologica dei Paesi più poveri. Al 2021, non hanno mai mantenuto la promessa. Contemporaneamente, si preparano a privare entro i prossimi 9 anni i produttori di petrolio e gas – per la gran parte economie in via di sviluppo o emergenti – di 400 miliardi di dollari l’anno sotto forma di royalties.